Synopsis
Nuova edizione aggiornata.
Si trattò di una sgradevole sorpresa. I piloti degli Spitfire della RAF avevano respinto la Luftwaffe durante la Battaglia d’Inghilterra e ora, nell’estate del 1941, dovevano affrontarla per difendere l’Europa. Non avevano però previsto la comparsa dei Focke-Wulf Fw 190, i nuovi caccia tedeschi, con motore radiale, che riuscivano a contrastare facilmente gli inadeguati Spitfire V. Quando finalmente la RAF riuscì a catturarne un esemplare nel 1942, ci si accorse che le brutte notizie dovevano ancora arrivare. Il 190, infatti, si rivelò più veloce di qualsiasi caccia britannico o statunitense e, con un armamento poderoso, l’agile velivolo tedesco poteva distruggerli con facilità. Prodotto, in oltre 20.000 esemplari, veloce, agile, bene armato, facile da costruire e da tenere in efficienza, sicuro nei pilotaggio e nell’impiego, estremamente versatile, amato dai suoi piloti e temutissimo dagli avversari: questo fu il Focke-Wulf 190. L’aereo fu uno dei frutti della genialità di un famoso progettista aeronautico, Kurt Tank, che riuscì a compendiare nel modo più felice tutta la «summa» delle conoscenze aerodinamiche e strutturali del tempo in un progetto tanto classico nell’architettura generale quanto innovatore nelle soluzioni, al punto che gli ultimi caccia a pistoni prodotti nel mondo, dal sovietico La. 11 all’inglese « Sea Fury », rivelano esplicitamente la loro discendenza dal caposcuola tedesco. Le sue piccole dimensioni e la notevole manovrabilità erano l’ideale per un caccia da combattimento, come pure l’elevata visibilità assicurata dalla cabina di pilotaggio. Era notevolmente robusto e il carrello ad ampia carreggiata gli permetteva di operare anche su piste di fortuna. Ci vollero due anni prima che gli alleati riuscissero ad approntare aerei in grado di affrontare il Focke-Wulf, che rimase per tutta la seconda guerra mondiale (nelle varie evoluzioni) un parametro di riferimento, per i vari caccia alleati.